Franco Arminio è paesologo e poeta delle “aree interne”. I suoi versi sono una narrazione di tradizioni, di gesta antiche, di elogio delle piccole cose, di segnali deboli per la rinascita dei paesi e delle persone che li abitano.

L’incontro di Tirano, nell’ambito della rassegna Il Cuore in Montagna, parlerà del rapporto con la natura e del paesaggio come patrimonio fondamentale per ridare identità e futuro alla montagna, di aree interne e spopolamento, di nuove comunità del vivere e dell’abitare.


“Ai miei incontri le persone vengono per sentire cosa penso dei paesi, e la domanda è sempre la stessa: cosa si può fare per impedirne la morte? La mia risposta è che si devono fare cose mirate e assai diverse tra loro. Non esistono due paesi uguali e dunque le politiche devono essere fatte su misura per ogni luogo. Un paese può essere accidioso, velleitario, smarrito, può essere ricco e può essere povero, fragile e scontroso. Non ci può essere la stessa politica per tutti. Non ci può essere un centro che decide. Non è possibile nemmeno che il centro lasci decidere le comunità locali che spesso sono guidate non dai più illuminati, ma dai più furbi”. Franco Arminio

Franco Arminio è direttore artistico del Festival della paesologia “La Luna e i Calanchi” di Aliano (MT), fondatore della Casa della Paesologia a Trevico (AV) e consulente Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI).


A Tirano

Amministrazione Comunale e Punto.Ponte

lunedì 16 ottobre 2017 alle ore 20.30

IL CUORE IN MONTAGNA- lunedì 16 ottobre, con Franco Arminio,



“Bisogna investire sulla gomma più che sulla matita. I piccoli paesi non hanno bisogno di nuove strade, di nuove piazze, di nuovi lampioni, di nuove panchine. Hanno bisogno di produrre latte e uova, hanno bisogno di giovani che lavorano la terra. Bisogna incoraggiare nuove forme di artigianato, bisogna incoraggiare le cooperative di comunità. Non è importante essere in pochi o in molti, ma come le persone organizzano la loro vita”.

Fotografia Casa della Paesologia
Fotografia Casa della Paesologia


“Riabitare i paesi non è questione di soldi. I soldi servono a farli più brutti, a disanimarli. Per riabitare i paesi servono piccoli miracoli, miracoli talmente piccoli che li possono fare uomini qualunque, quelli che vediamo in piazza, quelli a cui non chiediamo niente, quelli che ci sembrano perduti. Per riabitare i paesi bisogna credere ai ragazzi che sono rimasti e a quelli che potrebbero tornare: abbiamo mai chiesto a qualcuno veramente se vuole tornare? Per riabitare i paesi ci vuole una nuova religione, la religione dei luoghi. Ecco il punto, la questione non è economica, ma teologica.
Una porta chiusa dice di un fallimento, ma una porta chiusa ha sempre una fessura, abitare la desolazione è possibile se si trova in essa un senso di provvisoria beatitudine. Bisogna spiegare a chi è rimasto e a chi è andato via che in un paese c’è una sacralità disoccupata, la stessa che c’è dentro di noi. Bisogna prendere la via dei paesi perché un posto quanto più è piccolo più è grande e quanto più è ai margini
tanto è più centrale.

Fotografia di visit-valtellina.com - Paesi dispersi Valtellina
i Paesi “dispersi” della Valtellina


«La marginalità di cui siamo stati fatti prigionieri, oggi diviene futuro. È quello che io definisco il nuovo umanesimo delle montagne»

«La marginalità di cui siamo stati fatti prigionieri, oggi diviene futuro. È quello che io definisco il nuovo umanesimo delle montagne»
Melloblocco – International Bouldering Meeting – Valmasino (So)


“Non servono più le categorie di progresso e arretratezza per giudicare i luoghi. Non servono più nemmeno le categorie di Nord e Sud. La faccenda è l’Italia interna, quella normalmente considerata minore. La faccenda è il margine e l’idea che ci facciamo del margine. La mia idea è che il margine oggi è fecondo. Qui si può seminare. Il centro è un luogo di consumo. Il centro gode di un prestigio immeritato.”

campi della Biodiversita alpina seminati da Orto tellinum - genuino alpino
Campi della Biodiversita alpina seminati da Orto tellinum – genuino alpino